Inventiamoci altri tempi


Ciao Carlo.

Credo che tu non sia stupito di ‘sta sentenza.

Tu le conoscevi bene le retoriche di questa democrazia mantenuta con torture, repressione e oscurantismo.


La sentenza è coerente, corretta, prevedibile.


Perché sì, il tuo gesto è stato profondamente eversivo, eversivo per un cittadino perbene, così come eversiva è stata la mattanza alla Diaz, per dei poliziotti perbene.

E nonostante l'equilibrio di forze sia pesantemente diverso, abbiamo “votato ancora la sicurezza, la disciplina”.


Scommetto anche che non te ne frega niente, a te, di avere una strada col tuo nome scritto sopra.

Forse preferiresti che la gente capisse.

Che lo dimenticassero pure il tuo nome, cos'è un nome? Quel che conta è l'Idea.


Tutto il mondo a dire che gli italiani sono un popolo di ignavi, che subiscono e basta, che dovrebbero fare qualcosa, che bisognerebbe scendere nelle piazze, fare la rivoluzione.

Poi uno ci prova, a fare la rivoluzione, una rivoluzione rabbiosa, disordinata, strategicamente sbagliata; e viene (prevedibilmente) messo a tacere (in questo caso per sempre).

E non mi stupisce che venga messo a tacere, quello è il ruolo delle forze dell'Ordine.

Quello che mi stupisce è la gente, la confusa, impaurita, piccola gente.


E comunque lo sai come vanno le cose, magari la strada te la dedicheranno tra un centinaio d'anni, quando saremo finalmente stati capaci “inventare altri tempi”.





“Se i tempi non chiedono la tua parte migliore, inventa altri tempi” (Baolian, Libro II, vv. 16-17

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