Astrologia per intellettuali - AQUARIO


Ed eccoci alla seconda puntata della mini rubrica settimanale "Astrologia per intellettuali", dall'omonimo libro di Marco Pesatori. 
Qui trovate la prima puntata, dove ho parlato del Capricorno, mentre oggi ci lanciamo a capofitto nelle profondità dell'Aquario!
A differenza del Capricorno, che era il mio segno e che quindi mi sono presa la libertà di commentare, da ora in poi mi limiterò a riassumere i punti salienti evidenziati da Pesatori, lasciando a voi il compito di ritrovarvi o meno nelle caratteristiche da lui descritte!
Cominciamo!


AQUARIO




(tra gli altri: Lewis Carrol, James Joyce, Alberto Arbasino, Lou Salomé, Virginia Woolf, Gertrude Stein, William Borroughs, Galileo Galilei, Charles Darwin, Mozart).

L'Aquario è movimento e comunicazione. Rispetto alla determinazione, alla resistenza, alla tenacia, alla grinta, alla forza compatta del Capricorno-Marte, l'ambizione e la voglia di emergere diventano, nell'Aquario, dispersione, volo, orizzontalità, socialità, assoluta mancanza di carica aggressiva. Non c'è nulla da vincere. Nessun luogo da controllare, gestire, comandare, guidare o di cui essere responsabili. L'importante è il movimento, seguire il flusso ininterrotto della vita. La competitività lenta e inesorabile del Capricorno, si trasforma nel segno successivo in relativismo, possibilismo, prospettiva di ampie vedute, attacco a ogni parvenza di rigidità.
L'identità aquariana è aria che si disperde nelle mille direzioni. Qui nulla può essere compatto, solido, squadrato, definito nei suoi spigoli perfetti. Tutto si apre, si dissolve, penetra, arriva e parte, sottile, leggero, inconsistenze, senza lasciare traccia evidente. Il movimento aquariano non ha centro, non parte da un'unità di carica concreta e potente. La dispersione sbanda, è deriva, nomadismo del vento che sparpaglia anche se stesso e non ha nessuna intenzione di compattarsi. È una dilatazione dei confini di sé che rifiutano ogni misura definita una volta e per sempre.
La fermezza del Capricorno impassibile di fronte al reale, si è trasformata nell'attraversamento dello Specchio: l'Aquario ondeggia, oscilla, fluisce dentro e fuori, perché dentro e fuori non esistono più. Il limite, la porta, la barriera, sono invenzioni senza senso. Pure convenzioni.


LEWIS CARROL (Daresbury, 27 gennaio 1832, ore 3:45) 
«E questi chi sono?» disse la Regina, indicando i tre giardinieri bocconi intorno al rosario; perché, capite, dato che erano distesi a faccia in giù e che il disegno che avevano sulla schiena era lo stesso degli altri del mazzo, non poteva dire se si trattasse di giardinieri, di soldati, di cortigiani o di tre dei suoi figli.«Come faccio a saperlo?»  disse Alice, sorpresa lei stessa del suo coraggio. «Non sono affari miei».
La Regina diventò paonazza dal furore, e dopo averla guatata per un momento come una bestia feroce, si mise a strillare: «Mozzatele il capo! Mozzatele...».
«Sciocchezze!» disse Alice molto forte e decisa e la Regina tacque.
 
(Lewis Carrol, Alice nel paese delle Meraviglie)

L'Aquario si oppone al Leone-Sole e deride e sbeffeggia ogni Re-Sole. L'individualità piena di se stessa e troppo sicura della propria potenza la vede come una sciocchezza. L'Io che rende fiera troppa gente si perde e svanisce. L'Aquario ha la fama di non essere affidabile, un po' perché ogni tanto fa davvero il furbo, ma il più delle volte perché si è dimenticato, è stato catturato da altre cose, da altri e nuovi entusiasmi. Ciò che si esalta di se stesso e soprattutto pretende di porsi come autorità, viene colto nella sua povertà e limitatezza, viene attaccato con l'arma della sottile ironia e del sarcasmo, viene tenuto alla larga.
I "grandi" non sono diversi dalla gente comune, il loro mondo è uno dei tanti e semmai la sua frequentazione offre delle opportunità e una di queste è anche quella di smascherarne la banalità e la vacuità.
L'Aquario vuole farsi gli affari suoi (Laura, c'è scritto proprio così - piccola nota per mia sorella), il Re e la Regina intesi come forme simboliche dell'autorità dell'Io, del Padre e della Madre, non hanno alcuna voce in capitolo per condizionare o vincolare la vita di nessuno.

«Io ho detto solo che lei assomiglia a un uovo, signore» spiegò Alice in tono gentile. «E certe uova sono molto graziose» aggiunse, sperando di far passare la sua osservazione per una specie di complimento. 
 (Lewis Carrol, Alice nel paese delle Meraviglie)
La parola dell'Aquario, ma anche il suo porsi verso mondo e verso la vita, non è mai netta, secca, frontale, immediatamente oppositiva. Semmai l'Aquario preferisce defilarsi, sparire, cambiare aria o al massimo, se proprio non può evitarlo, essere in apparenza diplomatico, a volte fino al punto di sfiorare l'inganno. Non ama lo scontro, la zuffa, la voce alta, il litigio e la baruffa. Non vuole mai direttamente contraddire, né dimostrare qualcosa a qualcuno, né convincere o fare opera missionaria. Se qualcuno la pensa in un modo che a lui non piace, rapidamente e senza tradire un minimo di buone maniere, passa ad altro. 


VIRGINIA WOOLF (Londra, 25 gennaio 1882, ore 12:15) 

Che gioia! Che terrore! Sempre aveva avuto questa impressione, quando con un leggero cigolio dei cardini, lo stesso che sentì proprio ora, a Bourton spalancava le persiane e si tuffava nell'aria aperta. Com'era fresca, calma, più ferma di qui, naturalmente, l'aria la mattina presto, pareva il tocco di un'onda, il bacio di un'onda. 
(Virginia Woolf, La signora Dalloway)

L'Aquario è apertura della finestra, di ogni finestra e possibilità di respirare. Al chiuso non può resistere. Ogni genere di chiusura, da quella fisico-spaziale a quella affettiva a quella ideologica. Le quattro pareti, qualunque situazione o concetto racchiudano, tolgono l'ossigeno

Vivo interamente della mia immaginazione, dipendo interamente dai capricci del mio pensiero che viene quando vuole, mentre cammino, mentre ero seduta, e queste cose si agitano nella mia mente e fanno un teatro continuo, che è la mia felicità. 
(Lettera del 29 settembre 1924)

L'Aquario è intuizione creativa, sblocco di ciò che è fermo e gira attorno a se stesso, presentazione di un'altra prospettiva, e la cosa comporta anche una disciplina tutta personale perché, come annotò la Woolf in un'altra lettera - se si lascia libera la mente, questa diventa egocentrica, personale, detestabile.

Lei sapeva che cosa le mancava. Non era la bellezza, non era l'intelligenza. Era qualcosa dentro, che si irradia dal centro; un calore che intacca le superfici e increspa gli orli del freddo contatto tra un uomo e una donna o tra due donne.  
(Virginia Woolf, La signora Dalloway)

L'Aquario non è un segno "caldo". La passione non è né incendio, né dilagare della dolcezza. La distanza dalla profondità dei sentimenti è salvaguardia della possibilità di una indipendenza senza fine. E la donna è la più antitradizionale di tutto lo Zodiaco, perché a differenza dell'autonomia assoluta della Capricorno, che poi si trasforma in senso di responsabilità, guida e solido punto di riferimento, qui la natura è anarchica e ribelle, tanto che l'amore deve essere folata, anche bufera, raffica e tempesta, ma non può mai impedire né la libertà personale, né la possibilità di trovarsi immersa nell'infinito cambiamento. L'amore per la donna Aquario è semmai complicità, appunto amicizia, condivisione libera della libertà.


JAMES JOYCE (Dublino, 2 febbraio 1882, ore 6:24) 
La soddisfazione e poi l'orgoglio lo sollevavano come lunghe ondate lente. Il fine che egli era nato a servire, ma che ancora non vedeva l'aveva portato a fuggire per un sentiero invisibile: e ora tornava a fargli cenno e una nuova avventura stava per aprirglisi innanzi. 
(James Joyce, Dedalus)

L'avventura, per l'Aquario, è il rifiuto a restare lì, nello stesso luogo, a coltivare un campo, un settore, una specializzazione, degli amori che alla fine - per quanto adorati - costringono alla stasi, alla chiusura, al soffocamento. L'Aquario ha bisogno di prendere distanza da tutto, è un essere distaccato, che quindi può apparire freddo. Ma nel distaccarsi, nemmeno troppo incoscientemente, c'è un riecheggiare di nostalgie che non si manifestano in modo aperto; anzi, il distacco che l'Aquario preferisce è quello netto e improvviso, che sciocca e che può far male a chi si sia troppo attaccato a lui. Anche quando un amore finisce, l'Aquario è quello della dichiarazione secca di abbandono. Non sta lì a farla lunga.

Non aveva desiderio di giocare. Aveva desiderio d'incontrare nel mondo reale, l'immagine incorporea che la sua anima contemplava tanto costantemente. Non sapeva dove cercarla o come, ma un preannuncio che lo guidava gli diceva che questa immagine, senza nessun atto aperto da parte sua, gli sarebbe venuta incontro.  
(James Joyce, Dedalus)

Tanto più il sogno è impossibile, tanto più questo esalta l'Aquario, che potrà proseguire a volare come il vento, in un nomadismo dell'anima decisamente più aereo di quello tormentato e contraddittorio dello Scorpione. I Dumbliners, la gente e i tipi di Dublino che Joyce in fuga a Parigi si lascia alle spalle, magari non saranno dimenticati, ma potranno essere descritti solo prendendone le distanze, solo salutandoli in modo definitivo. E la descrizione sarà volutamente impersonale e quasi scientifica, perché il brulicare di figure sotto lo sguardo lontano e spassionato dell'Aquario è spettacolo da conoscere e definire, ma senza finirci mai dentro del tutto.

L'Aquario è anticonformista, originale, pazzo, anche dietro una maschera di serietà e attinenza al ruolo. Oppure il contrario, in apparenza trasgressivo e stravagante, estroso e capriccioso, ma dentro di sé, ben consapevole dei punti di riferimento spaziali e temporali. Anche Joyce venne considerato a lungo immorale dai suoi contemporanei, ma la morale che diventa bigottismo e adeguamento ai luoghi comuni della convenzione questo segno proprio non la sopporta. Pur non essendo un coraggioso che si mette in prima linea nella battaglia della rivoluzione dei costumi - mai esporsi troppo, sempre meglio rimanere ai margini di una invisibilità che non attiri troppe grane - l'Aquario è ben consapevole del falso decoro e dell'ipocrita rettitudine, da cui non si fa mai assorbire e cui mai aderisce


WILLIAM BURROUGHS (St. Louis, USA, 5 febbraio 1914, ore 7:40) 

Sento la polizia che si stringe, li sento lì fuori mentre fanno le loro mosse, mentre preparano le loro demoniache «bambole» degli informatori, borbottano sul cucchiaio e sul contagocce che ho buttato via alla stazione di Piazza Washington, scavalco la porta girevole e le due rampe giù per le scale di ferro, ce la faccio ad acchiappare il treno A per il centro... 
(William Burroughs, Il pasto nudo)

L'attacco del più famoso romanzo di Burroughs è aquariano: un uomo in fuga.
L'Aquario fugge perché non può più rimanere qui. Non tanto perché il suo super-Io lo insegue (la polizia), né perché ha combinato qualcosa - è assente l'idea di colpa o di peccato, o almeno non è presente come per altri segni - quanto perché stare qui significa essere, esserci, in contrapposizione a un Divenire che non si può bloccare in nessun luogo e dentro i confini in ogni caso ristretti di una definizione.

Un contingente di simopatici urlanti si dondola su lampadari, balconi e alberi, fanno i bisogni su quelli che passano di sotto. (Un simopatico - il nome tecnico di questa malattia mi sfugge - è un cittadino convinto di essere una scimmia o di appartenere alla famiglia delle scimmie. È una malattia tipica dell'esercito e il congedo la guarisce). Psicopatici in preda all'amok vanno in giro mozzando teste, il viso dolce e assente con un sorriso sognante [...] Cittadini affetti da bang-utot stringono convulsamente il sesso e chiedono aiuto ai turisti [...], ribelli arabi abbaiano e urlano, castrando, sbudellando e gettando benzina infiammata [...]. Giovani danzatori fanno lo spogliarello con gli intestini [...]. Fanatici religiosi arringano la folla da elicotteri lasciando cadere sulle teste tavolette di pietra con messaggi senza senso [...]. Uomini leopardo fanno la gente a pezzi con artigli di ferro sbuffando e grugnendo [...], iniziati della Società dei Cannibali del Kwakiutl strappano a morsi nasi e orecchie.  
(William Burroughs, Il pasto nudo)

L'esperienza non ha confini. Non ha paura di sporcarsi, anche perché lo sporco non è sporco, il basso non è basso, l'infimo non è infimo. Tutto è relativo e questo atteggiamento, presente negli individui del segno, ha un che di purificante e quasi naturale, per cui se qualcuno si trova a disagio, di fronte a questa libertà di scoprire e di andare, lo deve chiedere alla propria coscienza sporcata di ipocrisia e di aderenza succube e passiva di un certo contratto sociale.
Questa assoluta apertura mentale porta l'Aquario a prendere in esame tutte le possibilità, tutte le vuol conoscere, le segue, senza sceglierne in fondo e definitivamente nessuna. No agli attaccamenti, sì all'evasione, alla silenziosa confutazione, al dubitare, all'eccepire, al ribellarsi, al rifiutare, ma tutto questo senza mettersi troppo in luce o alzando la voce.
Nulla e nessuno può fermare l'Aquario nella sua ricerca di esperienza. E un Aquario che in qualche modo si derma, automaticamente si deprime. Scivola nell'infelicità. Che prepara l'improvvisa decisione di abbandonare, andare, cambiare, trasformare, essere del tutto un altro.
L'Aquario è ricerca. Alternativa a ogni genere di routine. L'Aquario è il nuovo, la novità.


GALILEO GALILEI (Pisa, 15 febbraio 1564, ore 15:31) 

Voi, giovani in così gran numero convolati qui, siete i testimoni che ascolteranno la mia lezione circa questa mirabile apparizione; alcuni di voi, atterriti e scossi da una vana superstizione, sono qui per capire se il prodigioso portento sia messaggero di calamità per gli uomini; altri, stupefatti e in preda alla domanda se davvero la stella si trovi nel cielo oppure sia vapore ardente situato nelle vicinanze della terra; e tutti animati dal comune sentimento di interrogarsi, informarsi, sapere quale sia la sostanza, il moto, il luogo, la ragione di questa apparizione. Magnifici quesiti, davvero, degni del vostro ingegno. Magari riuscisse la debolezza del mio a corrispondere all'importanza della cosa e alle vostre aspettative! Non lo spero, ma neppure voglio disperare. Credo che affronterò un solo punto, e cioè quello che attiene al mio peculiare compito, ovvero dimostrare l'evidenza del suo moto e del suo luogo. (Galileo Galilei, Opere)

Tematiche aquariane tra le righe del suo tema, come quella di cambiare i mondi e stravolgerli. Mirabili apparizioni, prodigiosi potenti che atterriscono e stupiscono chi rimane attaccato al passato e alle vane superstizioni.
L'Aquario scopre, ma soprattutto inventa. Galileo inventa il cannocchiale e subito scopre i satelliti di Giove, gli anelli di Saturno, osserva le fasi di Venere. Il rivoluzionario Galileo afferma la stabilità del Sole e il movimento della Terra e si attira le ire del potere ecclesiastico e il cardinale Bellarmino lo ammonisce duramente. Ma per l'Aquario l'esperienza è tutto, è la rivelazione diretta della natura nella sua verità e va purificata da ogni elemento soggettivo e variabile.

L'Aquario è un progressista. Il mondo nuovo è l'unico che gli piace. Mai reazionario, uno che si attacca ai vecchi valori quando sono consumati. Soprattutto è straordinaria la capacità di adattamento di questo segno, che non avendo un Ego solido, massiccio e autoriferito, di fronte ai mutamenti e alle trasformazioni si adegua, sa ristrutturarsi elasticamente, si adatta. L'opposizione all'individualismo Sole-Leone, tra l'altro, lo mette spesso in sintonia con visioni politiche socialiste. L'Aquario è socievole, ma ha qualcosa in più: proprio il mettere in comune. La sua casa è aperta e il senso della proprietà è relativo.


ALBERTO ARBASINO (Voghera, 22 gennaio 1930, ore 00:15) 

Subito dietro la lettiga imperiale, viene avanti sbandando sbandando una vasta lettiga a quattro posti in finta malachite di Via Margutta e falsi bronzi rococcò di via del Babuino, piena di kentie e frange e fiocchi e panorami della Val Gardena con Galeazzo Ciano, e occupata da tre dame esuberanti.Ancora giovani.Molto bellone.Disinvoltissime, faccia tirata su da tutte le parti, lineamenti solidi, guancia ben ferma, pelle ben lucida, operazioni riuscitissime, trucco vistoso, abiti estrosi, cotonature stravaganti, tipo miliardarie e sudamericane a Salsomaggiore, cariche di smeraldi e rubini e coralli. (Alberto Arbasino, Super-Eliogabalo)

La non partecipazione dell'Aquario al vortice del mondo, sembra suggerire tra le righe la presenza di un'idea di perfezione, alla quale le cose, le persone, il mondo, non potranno mai aderire. Anzi, il mondo sprofonda nel contrario: una bassezza ridicola e stupida. Psicanaliticamente potremmo dire che la distanza aquariana, che a tratti sembra snobismo e che non si prende mai sul serio, sottintende una mancanza di aderenza al vitale e al "cuore". Si traduce in un "conviene mantenersi a distanza" evitando del tutto i coinvolgimenti della passione calda che solo di tanto in tanto esplodono in follia improvvisa, idealistica e seduttiva, mai seguita dal criterio della continuità.

Precedono il corteo due fotografi di riviste tedesche ricattatorie di Monaco, Amin e Achim, con jeans bianchi meravigliosamente strettissimi, stivaletti lucidi con doppia fibbia da porgere al bacio, cinturone spesso a grosse punte d'acciaio, tipo collare da cagnaccio cattivo, giubbotto corto di cuoio nero con revers larghi e multipli, occhiali da sole tenebrosi e rifrangenti, cache-sex di nappa «Tom-shop» con cerchi di metallo fra i più zootecnici, catenine d'acciaio ai due polsi, e tanti anelli di tanti colori, fra il marocchino e l'indù. Hanno ciglia folte e basettoni fittissimi, e se li mordono, ogni tanto, a vicenda. Devono poi stirarseli, con le dita bagnate, per giornate intere, perché ritornino dritti a posto. (Alberto Arbasino, Super-Eliogabalo)

L'Aquario è un altro dei caratteri cool dello Zodiaco, campione del gioco con le forme e i linguaggi dell'umano. Un soffio di vento che scompiglia gli ordini precostituiti (Aquario no stereotipi, no assolutismi, no autorità, no autoritarismi, antipatriarcato), ma anche un "fumo negli occhi" che incantando e seducendo annebbia come il liquido d'inchiostro della seppia.
Ancora ritorna, tra le righe, la tematica della critica, che l'Aquario rivolge a se stesso, fino a una risonanza d'inadeguatezza. Che è sfiducia nell'individuo "solo". Quindi generosità che trova modalità compensatorie nel gruppo, nel senso di collettività. Che diventa anche impegno nel sociale, ma che nelle trame d'amore, invece, gioca sulla tecnica della fuga per coprire la paura d'amare e di essere coinvolto nelle conseguenze di dipendenza e attaccamento.


E anche questa settimana abbiamo concluso con la rubrica astrologica.
Aquari e Aquarie, vi ritrovate nell'analisi di Pesatori?
Ci rivediamo martedì prossimo, con i Pesci!!!

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