Los Angeles -> Miami ON THE ROAD. Giorno 1: Milano -> Los Angeles


Prima puntata di resoconto del nostro viaggio di nozze
Io e Marito, che condividiamo (per fortuna) l'amore per i viaggi itineranti, per il nostro viaggio di nozze abbiamo scelto il viaggio on the road per eccellenza, quantomeno nell'immaginario popolare: il coast to coast negli USA.
Siamo partiti da Los Angeles, dove abbiamo noleggiato una macchina, e abbiamo guidato fino a Miami (allungando poi ancora fino a Key West) chiaramente non in linea retta, anzi, il giro è stato piuttosto arzigogolato perché creato ad hoc sulla base di attrazioni, città e parchi che volevamo visitare.
Il merito di questo capolavoro di viaggio è da attribuire in larga parte a Paola e Gianni di Viaggi di nozze low cost (che ci tengono sempre a specificare che organizzano anche viaggi NON di nozze) una coppia di ragazzi strepitosi, che ci ha aiutato a costruire tappa per tappa ogni minimo dettaglio di quest'avventura con lo stesso entusiasmo che avrebbero messo nell'organizzarsi un viaggio per loro stessi. Svolgono sempre il loro lavoro con grande passione, ma per gli Stati Uniti hanno un debole particolare. Ci sono andati un fantastilione di volte e se non ricordo male con l'ultimo viaggio dello scorso autunno, Gianni li ha visitati tutti.
Che dire sono stati un supporto fondamentale anche durante il viaggio stesso, sia attraverso la guida che ci hanno fornito (scritta da loro), sia attraverso contatti costanti via whatsAPP.
Se dovete organizzare un viaggio (di nozze e non) contattateli assolutamente!

E ora veniamo a noi.
Un po' di dati:

Itinerario: Los Angeles - Key West
Durata: 1 mese
Tappe: 24
Km percorsi: 10.000
Fusi orari cambiati: 4
Bagagli: 2 trolley a mano e 2 zainetti


PRIMA TAPPA: Milano - New York - Los Angeles - El Monte
Giorno #1: 10 Febbraio 2019

Cominciamo col dire che Marito alle cinque di pomeriggio del giorno prima della partenza pensa bene di farsi venire la febbre a 38. Dal momento che la partenza non era procrastinabile, si imbottisce di tachipirina e si mette a letto.
Non eravamo riusciti a fare il check-in online (ci rimandava il messaggio che avremmo dovuto farlo fisicamente in aeroporto) e quindi serpeggiava un po' di nervosismo.
Alle 5.30 ci viene a prendere il taxi che avevamo prenotato da Sesto alla Stazione di Cadorna. Io sono una ritardataria cronica, una volta a Madrid ho perso l'aereo di ritorno e almeno un'altra sono arrivata al gate correndo sulla sinfonia di un allegrissimo su cui la dipendente di Alitalia al gate stava declamando a gran voce che era l'ultima chiamata per la passeggera Enrica Antonini, quindi da un po' di tempo a questa parte quando viaggio (soprattutto se devo prendere un aereo) ho sviluppato la sindrome da reazione opposta che alla fine mi porta ad essere estremamente in anticipo. E sono riuscita a trasmettere quest'ansia anche a Marito che invece, da bravo lombardo, sarebbe una persona discretamente puntuale. E invece niente. Eravamo a Cadorna alle 5.45 con il Malpensa Express che non sarebbe partito prima delle 6.12 (e in stazione faceva un freddo scioccante e data l'ora era ancora tutto chiuso quindi zero ripari dal vento - l'unico baretto a cui siamo riusciti a strappare un caffè, era un chioschetto all'aperto sponsorizzato dal brand #maiunagioia) per scaricarci a Malpensa alle 6.42 con l'aereo alle 9.45. Eh vabbè.
Arrivati a Malpensa riusciamo a fare il check-in ai banchi della Delta dove ci spiegano che per i voli operati da più compagnie aeree a volte ci sono problemi per fare l'accettazione online. Poco male.
Ci imbarcano puntuali: destinazione New York.

Le nostre espressioni nella foto qui accanto sono piuttosto eloquenti. Erano solo le 9.45 del mattino, ma noi eravamo svegli dalle 5...notare peraltro come Marito con 38 e passa di febbre abbia comunque una cera migliore rispetto alla sottoscritta che è semplicemente allergica alla sveglia all'alba.
Scalo a New York tranquillo, avevamo qualche ora di tempo, quindi ce la siamo presa con calma (io mi sono scofanata un mega burrito), nel pomeriggio (ora locale) ci reimbarchiamo e arriviamo a Los Angeles intorno alle 21.30 in loco, ossia circa le 6.30 in Italia considerando il fuso. E' inutile dire che eravamo stravolti. Riusciamo a trascinarci alla Hertz per ritirare la macchina che avevamo noleggiato, ma quando gli diciamo che dobbiamo guidare fino a Miami, il ragazzo al banco ci consiglia di fare un piccolo upgrade della nostra prenotazione per avere una macchina ibrida con la quale avremmo risparmiato sui consumi (grazie sconosciuto dipendente della Hertz che facevi il turno di notte) come di fatto è stato.
Saltiamo dunque a bordo della nostra Ford Fusion (macchina rispettabilissima che però rispetto alla media delle auto negli USA sembrava un'utilitaria!) ma, ripensandoci adesso che sto scrivendo, non ci siamo vissuti con abbastanza pathos quel momento. L'atto di entrare per la prima volta nella macchina che ci avrebbe accompagnato per tutto il nostro viaggio lungo un mese (spoiler: non sarà così) si sarebbe meritato per lo meno una foto commemorativa...e invece nisba. Eravamo veramente stanchi morti e quindi ci siamo un attimo persi per strada il romanticismo della cosa. Che poi, Marito, prima di perderlo, il romanticismo dovrebbe almeno trovarlo, anche poco, un granello, un coriandolo, un miserrimo pezzettino di romanticismo del peso di una piuma, ma questa è un'altra triste storia.
Ovviamente si scherza, penso che con oltre 24 ore di veglia, un volo intercontinentale, la navetta dall'aeroporto al parcheggio della Hertz, i bagagli (seppur pochi) da caricare e scaricare, la mezz'ora di viaggio in macchina che ci si profilava ancora davanti prima di arrivare al motel, se lui si fosse azzardato a proporre di fare una foto ricordo, sarei andata a chiedere asilo politico dentro il gabbiotto della Hertz.

Grazie ai consigli di Paola, prima di partire, ci eravamo comprati una sim della TIM solo per arrivarci l'offerta Tim in viaggio Pass, che se devi fare un viaggio lungo all'estero pare essere la più vantaggiosa, quindi avevamo internet, fondamentale per il navigatore, anche se, come vi racconterò nelle prossime puntate, a un certo punto ci siamo visti costretti a comprare uno stradario perché negli USA, in moltissime zone, non c'è copertura non solo di internet, ma nemmeno del telefono!
Carichiamo quindi i bagagli in macchina, Marito prende confidenza con i comandi automatici (era la prima volta che guidava una macchina automatica) e poi impostiamo l'indirizzo del Motel 6 (catena discreta come alloggi) di El Monte. In meno di mezz'ora siamo lì. Facciamo il check-in, entriamo in camera e stramazziamo sul letto.
Non era tardissimo e volendo ci saremmo potuti fare un giro, ma tra la stanchezza del viaggio e Dario con la febbre, abbiamo optato per riposarci per bene anche perché il giorno dopo si ripartiva già alla volta di Las Vegas!
Come avrete capito non abbiamo visitato Los Angeles. Io c'ero stata con la mia famiglia a Ottobre (sì, sono stata 2 volte in California nel giro di 5 mesi) e sulla base della mia esperienza, quando io e Marito eravamo in fase di progettazione del viaggio e ci siamo resi conto che avremmo potuto dedicare alla visita di Los Angeles solo un giorno (condizione dettata dal rigidissimo itinerario comprendente altre tappe che ci interessavano di più) abbiamo cominciato a considerare l'ipotesi di escluderla dal tour. In un giorno non saremmo minimamente riusciti a goderci la città. Ne avevamo avuto appena un assaggio io e la mia famiglia in due giorni, figuriamoci con ancora meno tempo .
Los Angeles è una città immensa, solo per spostarsi al suo interno ci vogliono ore e per coglierne appieno lo spirito e l'anima bisognerebbe passarci minimo una settimana. Minimo.
Quindi io e Marito ne abbiamo parlato e siamo giunti alla conclusione che al limite ci torneremo in futuro, ma questo viaggio non era un viaggio da visita alle grandi metropoli, era più una spedizione dentro noi stessi, una sorta di rituale di raccoglimento intimo nella solitudine delle Strade Blu che descrive William Least Heat-Moon, nella vastità degli spazi che i nostri occhi non riuscivano nemmeno a delimitare, nella lentezza della realtà rurale del profondo Sud, nel silenzio di una passeggiata notturna nelle Everglades.


Estratto dal nostro diario di viaggio:

Siamo eccitatissimi per questo viaggio, quasi non ci sembra vero che staremo davvero via un mese! Questo è una sorta di viaggio rituale, come rituale (sebbene non canonicamente religioso) è stato il nostro matrimonio. Da qui ricomincia tutto.
Rientreremo in connessione con il 22 Settembre 2018 e ripartiremo da lì, da tutta la felicità di quel giorno, che possa accompagnarci sempre!

Leggi qui la seconda tappa!


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