È successo di nuovo.
Ho visto gente con lo sguardo vacuo guardarsi intorno confusa, cercando invano qualcuno a cui chiedere informazioni.
Ho visto gente rinunciare, abbandonando il cammino indicato, imprecando contro una mala gestione e uno Stato assente.
Ho visto gente sedersi sulla banchina, stremata dal caldo e ormai senza speranze, attendere la Signora con la Falce.
Perché bisogna avere fede per raggiungere il Molise.
Forza d'animo e fede.
Bisogna credere che esista.
Così e solo così apparirà presto o tardi, all'orizzonte, il binario 20 e ¾.
C'è un che di eterno nelle albe in stazione.
È come se ti dicessero: “Va tutto bene. Il sole sorgerà anche domani, e ci saranno nuovi treni da prendere, nuove mete da raggiungere, le stesse persone da aspettare”.
Ma io sto andando a raccogliere i cocci di uno specchio in frantumi, cifra perfetta del simbolismo di questo mio ultimo viaggio qui.
“Ci siamo lasciati”.
Mi hai detto al telefono.
E io pensavo a quante cose può voler dire quest'affermazione.
“E adesso?”
Ho chiesto io.
“Adesso sono a Catania”.
“Torni?”
“Non lo so”.
Mi hai detto al telefono.
E io pensavo a quante cose può voler dire quest'affermazione.
“E adesso?”
Ho chiesto io.
“Adesso sono a Catania”.
“Torni?”
“Non lo so”.
Anche io venivo per lasciare qualcosa. E qualcuno.
E quante cose può voler dire quest'affermazione?
Detesto gli addii, preferisco comportarmi fino all'ultimo come se fosse tutto normale, come se non dovesse cambiare niente, come se ci fosse un'alba a rassicurarmi: “Ci sarà un altro giorno, domani. E un altro ancora. E ancora”.
E quante cose può voler dire quest'affermazione?
Detesto gli addii, preferisco comportarmi fino all'ultimo come se fosse tutto normale, come se non dovesse cambiare niente, come se ci fosse un'alba a rassicurarmi: “Ci sarà un altro giorno, domani. E un altro ancora. E ancora”.
E i giorni verranno. Non mentono le albe.
Ma non verranno qui.
E non saranno con te.
Ma non verranno qui.
E non saranno con te.
Ci sarà un altrove.
Ci saranno dei qualcuno.
Ci sarai anche tu.
Ma non più qui.
Ci saranno dei qualcuno.
Ci sarai anche tu.
Ma non più qui.
Abbiamo marcato la linea del prima e del dopo.
Più profonda di quella che già credevamo d'aver tracciato.
E presto o tardi ci abitueremo così tanto al dopo, che non ci ricorderemo più del prima.
Che poi è il nostro adesso.
Resterà un periodo mitico, da rievocare nei nostri altrove, davanti a una birra, con facce diverse.
Più profonda di quella che già credevamo d'aver tracciato.
E presto o tardi ci abitueremo così tanto al dopo, che non ci ricorderemo più del prima.
Che poi è il nostro adesso.
Resterà un periodo mitico, da rievocare nei nostri altrove, davanti a una birra, con facce diverse.
Questi piccoli scossoni tumultuosi hanno spezzato i ponti.
Te ne andrai, me ne andrò.
Te ne andrai, me ne andrò.
“Torni?”
“Non lo so.”
“Non lo so.”
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