I once was lost, but now I'm found

Tu mi volevi docile, più dipendente da te, possibilmente una donna che voleva stare a casa, magari mantenuta, senza troppe aspirazioni, senza troppi grilli per la testa, senza progetti troppo incompatibili con una vita normale e tranquilla, anzi no, serena, come dicevi sempre tu.
Biasimavi, mai apertamente, la mia sete di vita, la mia curiosità, la mia libertà interiore.
“Bisogna trovare una casa, sistemarsi”, dicevi a me, che avrei mollato tutto per girare il mondo in camper.
E ti rincantucciavi in una vita lavorativa che non volevi, solo perché non sapevi immaginarne un'altra.
E io pensavo che solo con la solitudine, avrei potuto sentirmi libera davvero, senza “costringere” nessuno ad assecondare la mia inattitudine alle vite, cosiddette “normali”, ma che io preferisco definire maggioritarie.
Ora so che non è così.
Ora so che, per quanto ti abbia amato, per quanto tu mi abbia amata, non potevo essere come tu mi avresti voluta.
E lo stesso tu.
Ora so, che si può essere in due a sognare di mollare tutto e girare il mondo in camper.
E quand'anche dovesse rimanere solo un sogno, ora so com'è sentirsi capiti.
Sentirsi simili.

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