L'amore ai tempi in cui l'amore non va più di moda

Era d'Agosto.
Una di quelle sere in cui, si dice, si vedono le stelle cadenti.
L'erba era bagnata, perché, a differenza di quanto si possa pensare, a Castel San Vincenzo, ad Agosto, fa freddo.
L'erba era bagnata però sticazzi, avevamo gli asciugamani, le giacche, qualcuno addirittura le sedioline da mare...
E c'era un buio plastico, come un foglio colorato tutto di nero, ma non di nero col pennarello, di quel nero di pastello a cera, che crea anche una patina quasi solida, era quel nero proprio nero.
E infatti, con quel buio, io ho finalmente visto le stelle cadere...
Sì perché è una tradizione che si celebra ogni anno; ogni anno, con gli amici, ci si accampa da qualche parte e si sta muso all'insù finché qualcuno non urla "UNA!" e dà il via alla gara a chi ne vede di più.
Io senza il buio nero di pastello a cera di Castel San Vincenzo, forse, non avrei mai visto le stelle cadenti...
E invece ne ho viste 11!
Doveva essere sulla quinta o sulla sesta (ammetto di aver perso il conto) che quell' "ammesso e non concesso ch'io sia diventato matto..." m'ha schiaffeggiata forte sul viso.
A. cantava e rideva, e P. suonava la chitarra, e proponevano sempre un pezzo che iniziavano e poi piantavano lì a metà, e ne iniziavano un altro, e si rideva, e si cantava, e qualcuno gridava "Otto!" e si cantava tutti insieme e si rideva a bocca piena...
E poi però s'è cantata proprio quella canzone lì... E S. s'è un po' emozionata, anche se magari non lo voleva far vedere, e A. cantava più forte e tutti facevamo silenzio, perché si capiva che quella canzone lì non era come le altre degli Smiths che avevamo cantato fino ad allora...
Era una dichiarazione d'amore, era una dedica...
E allora, come spesso m'accade, mentre introiettavo parole d'una canzone che sarebbe diventata da quella sera, una delle mie canzoni preferite, mi sono astratta, dal nero di pastello a cera, dall'erba bagnata, dal freddo, dalle risate, dal lago, dalle mainarde molisane...
E mi sono ricordata di quella volta che erano gli anni '90 e che era un pomeriggio d'estate, e io ero ai giardinetti sotto casa con I., la mia migliore amica di allora, ad ascoltare una di quelle radioline portatili con l'antenna lunghissima...
Sentivamo sempre un programma di mercoledì pomeriggio, un programma di dediche di una radio locale, dove spesso compagni di scuola o amici alle prese coi primi amori si dedicavano canzoni...
Mi ricordo ancora quella volta che dedicarono As long as you love me dei Backstreet's Boys a C. e noi lo sentimmo in diretta, ed era M. che parlava, e noi nemmeno sapevamo che M. andasse dietro a C. e comunque ci sembrò una cosa stratosferica, perché noi C. la conoscevamo davvero, era in classe con me, quindi il programma faceva dediche vere e quindi avremmo potuto farlo anche noi ed era tutto una grandissima figata...
Che poi non era tanto nel dedicare, quanto nell'attendere trepidanti che qualcuno dedicasse una canzone anche a noi!
In quel periodo io ero in fissa con una canzone degli INXS e quel giorno promisi solennemente che avrei sposato l'uomo che mi avesse dedicato quella canzone, ed io e I. passammo tutto il pomeriggio a fantasticare su come sarebbe stato sentirsi nominare in radio, e all'imbarazzo e che sarei diventata una superfiga a scuola e ridevamo un sacco e sotto sotto sapevamo che non sarebbe successo mai, però a 15 anni puoi credere un po' a quel che ti pare...
Di certo, quel che non potevamo sapere, era che sarebbe venuto un tempo in cui non ci sarebbero più stati programmi radiofonici di dediche, e non ci sarebbero stati più ragazzi e ragazze imbarazzati ad un capo del telefono a balbettare il titolo di una canzone e un messaggio da affidare alla radio, sperando che l'amato o l'amata, proprio in quel momento, stesse ascoltando quel programma e sentisse la dedica...
E niente...quella canzone degli INXS ce l'ho ancora sull'mp3, e ogni tanto la sento e ogni tanto la skippo, e però quando la sento mi sembra di rivedere la panchina, le altalene, gli alberi e gli scivoli dei giardinetti dove quel giorno mi sono promessa all'uomo che me la dedicherà.

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