Bilanci biennali

Noi, quelli che prendiamo le decisioni, non abbiamo vita facile.
Ci sono scelte che dimentichiamo di aver fatto.
Decisioni che dimentichiamo di aver preso.
Veniamo investiti dall’onda d’urto talmente violenta delle conseguenze della nostra decisione, che ci tremano le gambe, ci scompare la terra sotto i piedi, ci sentiamo atterriti e pensiamo di aver sbagliato tutto.
Noi, quelli che prendiamo le decisioni, mettiamo costantemente in dubbio tutto.
Prendendo una posizione e non restando lì a tentennare, ci giochiamo il tutto per tutto del “o la va o la spacca”.
E ci interroghiamo per mesi, a volte anni, sulla correttezza delle nostre decisioni.
Noi, quelli che prendiamo le decisioni, a volte, poi, le rinneghiamo.
Ci spaventiamo della nostra stessa risolutezza e facciamo di tutto, autosabotandoci, per riportare le cose allo status quo antecedente il guizzo decisionale.
Noi, quelli che prendiamo le decisioni, dovremmo solo riconoscerci uno spiccatissimo senso di autoconservazione.
Ed è così che un giorno realizzi che sei stata tu, quel giorno di fine estate, su quel terrazzo, a pronunciare le parole che hanno innescato il meccanismo che ti ha portato a salvarti da una relazione che ormai andava avanti solo per l’inerzia di anni passati insieme, da chi ti stava comprando un anello solo perché questo era quello che ci si aspettava che succedesse.
“L’amore che strappa i capelli è perduto ormai…”
Ci ho messo tempo a digerire questa consapevolezza incontrovertibile, ma poi ho scelto.
Ho scelto di salvarmi da quel grigiore ambiguo.
E ho pagato.
E mille volte (altro che Giuda!) ho rinnegato la mia scelta.
Mille volte, in questi due anni, la paura dell’ignoto, della famosa strada nuova, mi ha fatto vacillare e mettere in dubbio tutto.
Oggi, in questa chiusura d’anno, che per me chiude un biennio, mi riappacifico con la me che trovò quel piglio dentro di sé, quello spirito di sopravvivenza dell’anima, che le fece dire ‘No, qualcosa non va’.
Le chiedo scusa e le riconosco il suo infinito merito.
Oggi riconosco e difendo la mia decisione.
Sono morta e sono rinata.
Qualcuno più famoso di me dice che una volta entrati nella tempesta non si esce più quelli che si era prima.
Ebbene no.
Ma credo che questo sia proprio quello che chiamano “crescere”.
Buon anno e buoni bilanci a tutti!

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