Volevo scrivere un altro post

Volevo scrivere un altro post.

Stamattina alle 12 ho chiamato la mia paziente relatrice per mettere a punto le ultime cose prima della discussione della mia tesi che si terrà tra pochi giorni.
E' inutile sottolineare lo stato d'ansia in cui io mi trovo in questi giorni.
Ok che la tesi l'ho scritta io e saprò di che parla, ok che in Italia la discussione è quasi una formalità, ok che comunque mi presento con una buona media...sì, ok.
So' agitata lo stesso, embè?

Dicevamo, si chiacchiera sulla presentazione, come introdurre l'argomento, con cosa proseguire, ma parto in italiano o in spagnolo, eh meglio in italiano che poi la commissione sennò non la segue, anzi no, meglio in spagnolo così poi la parte centrale la discutiamo in italiano...tanto poi la domanda in lingua gliela fa la correlatrice. Ha parlato con lei, vero?

Sorvolerò sul pantheon di divinità che ho bestemmiato, sorvolerò sull'apologia di me stessa e sul perché ero abbastanza legittimata a non aver parlato con la correlatrice e proseguirò, altrimenti scrivo un terzo post ancora.
Morale della favola, devo portare una copia della mia tesi alla correlatrice entro le 16 di oggi pomeriggio.

Esco di casa tutta trafelata e, interrogandomi circa a quale dio avevo mancato di sacrificare vergini e bambini questo mese, mi dirigo verso la copisteria dove ho fatto stampare e rilegare la mia tesi.
E' sabato. E' sabato, capite?
Sabato.
Quel giorno in cui alcuni esercizi sono chiusi perché è il weekend, no?
Ecco, quel giorno lì. Sabato.

Arrivo alla copisteria sudata come un maiale - perché nel frattempo, tanto per rompere un po' le scatole random, è pure arrivata la primavera e quindi non sai come cazzo vestirti - e all'interno trovo una bolgia che Dante dimenticò di annoverare: i laureandi che portano la tesi a stampare all'ultimo momento.
Mi faccio strada tra un "Prima di lunedì non ce la facciamo" e un "Siete matti? Io mi laureo lunedì alle 9.00" e raggiungo la zona della stampa da chiavetta.
Sono le 13.20. Di sabato.

Dove stai andando?
Di sotto, devo stampare la tesi.
Eh ma siamo chiusi...
Come, siete chiusi? [mentre comincia a pulsarmi la vena sulla tempia]
Eh sì...stiamo finendo di consegnare le tesi pronte, ma per tutti gli altri servizi abbiamo chiuso alle 13.00...è sabato. [appunto]

Segue una scena per la quale io avrei vinto l'Oscar per migliore piattola implorante non protagonista e la titolare della copisteria quello per migliore arpia mestruata sadica, al termine della quale un giovine dipendente della copisteria si muove a compassione e mi stampa 'sta benedetta tesi in gran segreto mentre l'arpia infierisce su una povera studentessa che aveva l'ardire di voler pagare con bancomat. Forse di sabato è proibito anche quello e non ce l'avevano detto.

Tesi in mano, a fogli sciolti perché di mettermici una spiraletta o di fare una rilegatura veloce solo con la colla non se ne parlava nemmeno (ricordate sempre che è sabato!) esco in strada e mi infilo nel primo tabacchino/cartoleria che trovo per comprare almeno una cartellina dove tenere le centinaia di fogli ancora caldi di stampante.
Ovviamente non trovo quel che cerco, il tabacchi/cartoleria era poco cartoleria, e mentre sto per uscire mesta mesta, dopo aver raccontato le mie disgrazie alla giovane e disponibile tabaccaia, interviene una tipa che stava comprando le sigarette, indicandomi il nome di un'altra copisteria lì nei pressi.
Avrei potuto fare un tentativo, magari era ancora aperta.

Magari.

Passo spedito sotto questo meraviglioso sole primaverile (le pezze sotto le ascelle sono un simpatico effetto collaterale) finalmente arrivo alla seconda copisteria.
E' aperta!
Entro e ci sono solo due ragazze, evidentemente studentesse, appoggiate al bancone dietro al quale sta un tipo, probabilmente il proprietario, che sbuffa visibilmente.

Siamo chiusi!
[espressione umile, occhi imploranti, alzo il plico di fogli] Nemmeno una spiraletta al volo?
Eh, fija mia...
Sì lo so, è sabato, non ti sto a spiegare perché non è colpa mia... Mi salveresti la vita...
[sbuffa] Dai vieni, su...

In tre minuti sono fuori dalla copisteria con la mia tesi pronta per esser consegnata alla correlatrice.
Tutto risolto.

Ecco volevo scrivere un altro post.
Volevo scrivere un post dove parlavo del karma della buona azione, dove raccontavo del ragazzo della prima copisteria, che per pura gentilezza mi ha stampato la tesi anche se avrebbe potuto non farlo, della cliente del tabacchino, che si è interessata alla mia disavventura e si è presa la briga di darmi un consiglio e del titolare della seconda copisteria, che per un lavoretto da appena 2€ mi ha fatto questo servizio a negozio, in teoria, chiuso...
Un post dove dicevo, piena di ottimismo, che le persone buone in giro ci sono, e sono pure la maggioranza e che non bisogna perdere fiducia nella gente...e poi...e poi...
tornando a casa...
in metro...
ho incontrato i berluscones che andavano alla manifestazione a Piazza del Popolo a glorificare il loro piccolo dio.


Ecco.
Lo capite se mi si è spento un attimo l'ottimismo vero?

Volevo scrivere un altro post.

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