Do you understand me?

Deve trattarsi di me.
Del mio modo di comunicare, quantomeno.

Io sono convinta, tipo, di trasmettere un messaggio lapalissiano e impossibile da fraintendersi, per esempio Non voglio che accada questa cosa, mentre evidentemente, nel delirio della mia logorrea galoppante, i miei organi d'articolazione fonatoria emettono un groviglio confuso di suoni, forse ingarbugliati dai miei stessi confusi pensieri (volevo davvero dire quello?), con il risultato che, nel 90% dei casi ciò che il ricevente comprende è esattamente il contrario di quello che io intendevo dire.

Ma del resto i discorsi sull'incomunicabilità di questi tempi si sprecano. Immaginandomi come emittente efficace (escludo dunque i periodi di raucedine o le crisi d'asma) e non volendo caricare troppa responsabilità sul ricevente (della serie: sei tu che non hai capito), ma nemmeno sul codice di scambio (ritengo di esprimermi in un italiano quantomeno dignitoso) il problema o risiede nel contesto (ma vi assicuro che per comunicazioni d'una certa importanza di solito escludo i luoghi molto ventosi, gli stadi durante Lazio-Roma e le discoteche) o, inevitabilmente, nell'oggetto del messaggio.

Devono esserci temi che aggrovigliano la lingua di chi dovrebbe parlare e che turano le orecchie a chi dovrebbe ascoltare.


E' singolare perché a me capita sistematicamente in ambito sentimentale. Ho assistito a certi voli pindarici nonché ad evoluzioni che nemmeno Juri Chechi, pur di non dire la verità. Perché la verità fa male. E nessuno vuole fare del male al prossimo. 
Più che altro nessuno vuole passare per stronzo


Il problema nel non dire la verità è che ti vai a cacciare nei labirinti dei gineprai mentali della persona cui non stai dicendo la verità, la quale persona, però, forse non vuole affatto saperla, la verità. E quindi si culla nella tua incapacità procrastinando ancora per un po' il momento di prendere la famosa facciata contro il muro. Salvo poi recriminarti di non essere stato in grado di dire la verità quand'era il momento.

Siamo tutti complici, insomma.

Forse che, quindi, la mia malcelata richiesta di chiarezza di cui all'inizio di questa invettiva, non sia che un vile millantare qualcosa che non desidero davvero? (a proposito dei gineprai mentali)
Adoro proporre aporie.

Bonne nuit.

That's all folks.

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