La professione del padre - Sorj Chalandon

La professione del padre
Sorj Chalandon

GENERE: Romanzo

PAGINE: 266

PRIMA EDIZIONE: 2015

CITAZIONE:  "Soffrivo d'asma da quando ero nato. Due mani che mi strangolavano. Il mio respiro si trasformava in voce pietrosa, in pianti, in gemiti dolorosi. Nel petto i lamenti di una folla inquieta. Nelle notti senza sonno, mi veniva da pensare a un corteo che avanzava al bagliore delle torce. Una processione di dannati che cercava di uscire dalla mia gola chiedendo aiuto. Non era un'asma da sforzo, ma un'asma da spavento. L'aria di quell'appartamento mi torturava."

IN A NUTSHELL: Rubo le parole a un amico "la storia del folle addestramento di un bambino a una guerra che esiste solo nella mente del padre".

 VOTO: ⚫⚫⚫⚫⚪


André Choulans ha una missione, uccidere Charles De Gaulle, che pur prima era stato suo amico e confidente con cui si scambiava lettere e pareri politici, ma che in seguito era diventato un acerrimo nemico da annientare.
Nella sua casa in cui non fa entrare nessuno, il padre di Émil cospira, ordisce ed elabora strategie in gran segreto, sottoponendo il figlio a un durissimo addestramento in nome dell'Organizzazione: l'OAS. L'OAS è gruppo terroristico e associazione segreta francese che punta alla caduta di Charles De Gaulle e ad impedire il conseguimento dell'indipendenza dell'Algeria dalla Francia, appoggiando tutti i movimenti terroristici che in quel momento andavano organizzandosi, diventando poi parte del Fronte di Liberazione Nazionale che darà vita in seguito alla ben nota Guerra D’Algeria.
Le quattro mura di casa sono il teatro della grande Storia mondiale raccontata da André, che in quella storia, in qualche modo, era sempre coinvolto - la fuga di Nureyev dall'URSS, l'omicidio di Kennedy, la rivolta di Algeri contro il dominio francese - suscitando nel figlio un'ammirazione sconfinata e al contempo un terrore senza pari.

André Choulans è un uomo violento, disturbato e paranoico; come membro dell'OAS, negli anni dice di aver avuto la fortuna di conoscere da vicino la maggior parte dei capi di Stato occidentali e di soprattutto di esser stato testimone di tutti gli snodi cruciali della storia mondiale.
Era amico di Edith Piaf, alla quale scriveva lunghe lettere appassionate e negli anni della sua gioventù, la CIA lo aveva incaricato di sorvegliare Elvis Presley.
La sua amicizia addirittura col Presidente degli Stati Uniti d'America gli aveva permesso di conoscere Ted, eroe americano e padrino di Émil, personaggio che il bambino non ha mai visto, ma del quale egli si prende cura a distanza, facendo avere sue notizie esclusivamente attraverso una complicata rete segreta che recapita delle lettere direttamente nelle mani di André, lettere in cui Ted raccomandava a Émil di studiare, di addestrarsi per la causa e di essere sempre il migliore.
- È arrivata una lettera di Ted. Gli ho dovuto dire dei tuoi pessimi voti a scuola. Lo sai cosa succede adesso, vero?

Émil cresce nel mondo di paranoia creato dal padre, una sorta di realtà parallela in cui André, dittatore famigliare minacciato da tutto il mondo, è l'unico depositario di una Verità che ha deciso di condividere col figlio, il quale però riesce a comprenderla appieno facendo andare su tutte le furie l'irascibile genitore. A differenza della madre, che subisce passivamente i deliri del marito violento, Émil è uno strumento attivo della follia paterna, vittima di una narrazione egemonica che ai suoi occhi di bambino viene confermata, sempre attraverso le frasi allusive del padre, in ogni notizia del telegiornale, in ogni scritta sul muro, in ogni mezza frase detta da un vicino, in ogni fatto di cronaca. Tutto è indizio di qualche azione segreta compiuta dall'OAS o di qualche rivelazione cruciale circa un fatto che sta per accadere, di cui nessuno sa niente tranne lo stesso André che a un certo punto investe il figlio del grado di soldato, trascinandolo ancora più a fondo nel suo delirio. E così Émil trascorre le sue giornate a immaginare una guerra che esiste solo nella testa di suo padre, senza poter mai invitare amici a casa (perché potrebbero essere spie), passando intere serate al buio (per sviare i sospetti dei nemici dell'Organizzazione che potevano venire a spiarli in qualsiasi momento), mantenendo il silenzio circa le missioni che deve compiere per l'OAS, e soprattutto senza poter mai parlare della vera professione di André (anche se, quando per un compito a scuola, egli è costretto a dover indicare la professione del padre, André gli dice, con tono di sfida: Scrivi AGENTE SEGRETO, così vediamo se la piantano di fare queste domande inquisitorie).
La realtà non entra mai nel mondo di Émil, la realtà è una grande assente che latita anche quando le azioni del padre o le sue convinzioni vengono smentite alla luce del sole sotto la lente d'ingrandimento del mondo esterno. L'unica realtà che Émil conosce è quella contenuta dentro le quattro mura del regime autarchico del suo padre-demiurgo, che, solo e senza amici, inventa personaggi che popolano quella distorsione, ma che esistono e interagiscono con lui sempre solo a distanza, sempre solo attraverso il movimento dei fili del burattinaio André.
La faccenda si complica quando Émil, ormai completamente assorbito e ossessionato dalla missione di uccidere Charles De Gaulle, coinvolge un compagno di classe replicando su di lui tutto il condizionamento mentale introiettato dal padre e iniziandolo all'addestramento un giorno in cui André aveva incaricato Émil di imbucare una lettera anonima in una cassetta della posta di una casa specifica. La situazione precipita e a scuola cominciano a sospettare che nella famiglia di Émil succeda qualcosa di strano.

Il romanzo è la storia di un velo di Maya sollevato, di una verità lentamente rivelata e di un'infanzia recuperata, decrittata e ridimensionata per costruire una vita adulta equilibrata e una paternità lontana e molto diversa da quella che Émil aveva sperimentato su di sé.
I personaggi sono caratterizzati benissimo, i principali, quelli in cui ruota attorno tutta la vicenda, sono tre: André, Émil e la madre di Émil di cui, non vorrei sbagliare, ma non appare mai il nome, assenza molto simbolica che rispecchia l'inesistenza della volontà attiva del personaggio, vittima consenziente incapace di reagire, ma a cui l'autore concede una sorta di redenzione nel finale. Ci sarebbe molto da scrivere sul ruolo della donna in questo libro, ma esuleremmo dalla recensione, quindi rimando la riflessione a un altro post.

La professione del padre è una storia dura, crudele, potente e commovente che l'autore è riuscito a raccontare camminando sul fragile equilibrio del filo teso tra la violenza fisica e cieca di André e la leggerezza quasi lirica della prospettiva di Émil che, per la sua innocenza di bambino, combatte la guerra del padre con anche più convinzione, con una fede cieca, con lo slancio di chi vuole  riuscire a dimostrare di essere il sodato perfetto, il compagno d'avventura perfetto, il figlio perfetto.

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