Eccentrici - Geminello Alvi

Eccentrici
Gemniello Alvi

GENERE: Bigrafico

PAGINE: 184

PRIMA EDIZIONE: 2015

CITAZIONE:  "Il denaro è ben speso se rende gli uomini liberi e altruisti, altrimenti genera solo il male. Regola sana, che dà la quiete, e viene invece obliata da quasi tutti. Adesso si pensa che accumulare il denaro vinca ogni paura. Quando è vero il contrario. Più s'accumula il denaro, meno basta, più aumenta la non quiete. Perché la paura è sempre paura degli altri, che più aumenta se meno agli altri si provvede. Come comprova il fatto che tanto più col denaro gioviamo agli altri, meno ne avremo bisogno per noi. Migliorando il destino altrui, si migliora il proprio"

IN A NUTSHELL: Una sfiziosa panoramica sulle stranezze di personaggi più che noti e una carrellata di personaggi meno noti, ma dalle fissazioni più improbabili. Lettura rilassante, ma prosa un po' impegnativa.

 VOTO: ⚫⚫⚫⚪⚪


Questo è il classico libro da leggere per inframezzare due letture impegnative o da tenere in borsa e sbocconcellare in metro o quando si ha un attimo di tempo troppo breve per riprendere le fila del romanzo che si sta leggendo.
Quarantadue personaggi, in parte molto noti in parte meno, raccontati in poco più di una paginetta e mezza ciascuno, attraverso la lente d'ingrandimento di una loro mania, fissazione o particolare modo d'essere. Alvi dedica un capitolo ad ogni personaggio (che titola col nome del personaggio stesso) e a ciascuno attribuisce un sottotitolo, una sorta di descrizione essenziale a volte puramente esplicativa (Carlo Lorenzini - Il Collodi) altre volte che ne riassuma, ironicamente l'eccentricità (Erich von Stroheim - bugiardo) in una, massimo due parole. Ovviamente, sebbene io lo abbia catalogato tra le biografie, l'autore non pretende di approfondire realmente la vita di ciascuno dei personaggi, ma ne dà, piuttosto, qualche pennellata per raccontarne aspetti che nella maggior parte dei casi sono completamente sconosciuti.

E quindi si narra di quando e perché Klein all'inizio della propria carriera, dopo aver dipinto mille tavolette monocrome giurò che mai avrebbe contrapposto i colori, o di Carlo Lorenzini - il Collodi - ventenne già stomacato dagli adulti al punto da decidere di spendersi solo per i bambini e sessantenne mai cresciuto davvero, che si rivolgeva alla madre, con la quale viveva a casa del fratello, come se lui stesso fosse Pinocchio. E si racconta della nobiltà d'animo di Shinshō Hanayama, monaco buddhista, che sentendosi parte di una colpa universale dopo Hiroshima e Nagasaki si offrì come prigioniero volontario passando la vita ad annotare le memorie dei carcerati e di Jules Védrines, temerario, che portò a termine alcune delle imprese più pazze tra cui atterrare con un aereo sulla terrazza dell'edificio dei magazzini Lafayette: un rettangolo di venti metri per dodici. Di Lovecraft, bambino prodigio che a quattro anni già aveva letto Le Mille e una notte, di Salgari, della sua depressione e del suo selvaggio rituale di morte e ancora di Therese Neumann, digiunatrice, che diceva di vivere "della luce di Dio" e che nessuno riuscì o volle sconfessare e poi di Amedeo Bordiga, Hans Christian Andersen, Pancho Villa, Greta Garbo, John Ronald Reuel Tolkien e di tutti gli altri personaggi che concorrono a formare una questa galleria estremamente curiosa.
Azzardi cruciali, fallimenti, disavventure, manie, imprudenze, tradimenti, vezzi e molto altro viene raccontato da Alvi a proposito di questi quarantadue personaggi che l'autore riesce, sempre e comunque, a rendere estremamente umani talvolta mostrando il lato oscuro del soggetto famoso e ammirato, altre volte sottolineando l'immensa nobiltà o grandezza del perfetto sconosciuto.

La prosa è piuttosto impegnativa perché Alvi sceglie di tratteggiare queste mini biografie con un lessico incredibilmente ricercato e una forma squisitamente desueta.
Lo stile è asciutto, da imperturbabile osservatore esterno, la cui voce resta immutata, sia quando descrive i punti più alti di alcuni dei suoi personaggi, sia quando scende nelle loro più profonde bassezze.
Complessivamente la lettura è scorrevole, se non altro perché appunto ripartita in quarantadue capitoletti da meno di due pagine ciascuno in media. A me è piaciuto molto, sarà che personalmente mi sono sentita tirata in causa in quanto a stranezze, e ne parlo qui.
Ma in fondo, chi non potrebbe essere inserito in un'antologia titolata "Eccentrici"?

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